La giornata è iniziata con un appuntamento al pittoresco bar Cuccia, intorno alle 8:30 del mattino. Dopo una rapida colazione, ci siamo diretti verso il Monte Pizzuta, la cima più alta dei Monti di Piana degli Albanesi e cuore della Riserva Naturale.
La Riserva copre un'ampia area, includendo i rilievi calcarei di Maja e Pelavet (m 1279), le Serre della Pizzuta (m 1333) e la Costa di Carpineto (m 1188). Il Monte Pizzuta, oltre a offrire panorami mozzafiato, ospita due grotte di rilevante importanza speleologica: lo Zubbione, con una profondità di circa 100 metri, e la Grotta del Garrone. L'apertura della grotta dello Zubbione si trova sul versante orientale della Riserva, a un'altitudine di 1100 metri. Infatti, dopo aver lasciato le macchine, abbiamo intrapreso una faticosa ma affascinante salita per raggiungere l'ingresso.
Una volta giunti all'entrata, abbiamo indossato gli imbraghi e Pietro ha avuto l'onore di armare per primo, seguito dagli altri partecipanti che si aiutavano e controllavano reciprocamente, mentre Laura chiudeva il gruppo. Varcato l’ingresso è iniziata una spettacolare discesa su di un grande conoide, immersi in un ambiente ampio e caratterizzato da concrezioni carbonatiche e actinobatteri che adornavano le pareti.
Dopo una breve passeggiata orizzontale, abbiamo attraversato uno stretto passaggio per giungere all'ultima sala, una spaziosa caverna che ha fatto da scenografia anche per il nostro pranzo. Qui, incantati, abbiamo ammirato stalattiti lunghe alcuni metri e addirittura una bellissima medusa.
La vera sorpresa ci attendeva alla fine del percorso: arrampicandoci lungo una parete concrezionata ci siamo ritrovati di fronte a una piccola stanza che custodiva un laghetto con acqua cristallina, circondato da stalattiti e stalagmiti bianchissime.
Non potevamo fare a meno di scattare qualche foto ricordo prima di iniziare la risalita.
Verso le 15 anche l’ultima Taddarita era uscita dalla grotta per scoprire che Piana degli Albanesi era scomparsa, avvolta da una fitta nebbia creando un'atmosfera surreale e misteriosa. Ovviamente la giornata non poteva che concludersi con la degustazione del cannolo più buono della Sicilia (nessuno è stato costretto da Francesca a scrivere questa frase).