Il contesto geologico unico del Monte Pellegrino, composto principalmente da rocce carbonatiche soggette alla dissoluzione carsica, ha favorito la formazione di numerose cavità sia orizzontali che verticali. Le grotte a prevalente sviluppo verticale, che si aprono sull'altopiano e hanno origine tettonica, si dispongono lungo imponenti faglie o spaccature nella massa rocciosa, causate dai movimenti crostali. Questo affascinante contesto ha contribuito a modellare l'accesso alla grotta, reso oggi tutt'altro che agevole. Infatti, una scalata attraverso un significativo dislivello, tra rocce e vegetazione, rende l'avvicinamento un'impresa impegnativa. Tuttavia, una volta giunti all'ingresso, il panorama mozzafiato che si presenta ripaga di ogni sforzo.
Guidati dall'istruttore Pietro, che festeggiava proprio quel giorno il suo ..esimo compleanno, il gruppo composto da Laura, Angelo, Martina, Alvaro, Salvo e Manuelito si è addentrato nella grotta con un ingresso inusuale e spettacolare: un’ampia frattura verticale di circa 30 metri che svela immediatamente il fondo. La sensazione di scendere mentre si guarda giù è indescrivibile, considerando la profondità del luogo.
La sicurezza è sempre al primo posto con la presenza di persone qualificate, garantendo un'esperienza avvincente ma sicura per tutti i partecipanti. Dopo l'ingresso suggestivo, la Pietra Selvaggia si snoda attraverso una serie di strettoie che, per chi ha una corporatura robusta, rappresentano una sfida complicata, frustrante e difficoltosa, quasi come “rinascere”.
Tuttavia, l’indole degli speleologi e la volontà di esplorare l'ignoto li ha spinti a superare ogni ostacolo. Attraverso un altro pozzo di circa 40 metri e alcuni cunicoli agevoli, il gruppo si è trovato di fronte a ciò che ogni speleologo cerca e ammira: le concrezioni.
Nonostante la scarsità a quella profondità, le concrezioni presenti sono state ammirate e celebrate con le foto di rito. L'incontro con una delle creazioni più delicate e lente di madre natura, "la colonna", ha suscitato emozioni profonde. L’avvicinarsi reciproco della stalattite e della stalagmite fino a fondersi in un tutt’uno ha aperto spazi (nell’assordante silenzio del posto) ad elucubrazioni sul senso della vita, interrotte dal continuo “babbìo” di Salvo e Manuel che, nonostante tutto, hanno contribuito a distogliere il gruppo dalle fatiche con il loro buonumore.
Le esplorazioni speleologiche, infatti, non sono solo una sfida personale ma anche l'occasione per creare relazioni interpersonali significative. Ognuno, di fronte ai propri limiti, si mette al servizio degli altri, contribuendo a rendere l'avventura ancora più memorabile.
Dopo una faticosa ma appagante esplorazione, il gruppo ha potuto godere nuovamente del panorama di Palermo dall'alto, baciati dal sole, riflettendo sul meritato riposo e anticipando con entusiasmo la prossima esplorazione.
L’attività, come da prassi, è stata autorizzata da parte dell’ente gestore (l'Associazione Rangers d'Italia Sezione Sicilia ODV), che ringraziamo per la consueta disponibilità.
Notizia di Mauro
Partecipanti: Alvaro, Angelo, Manuel, Martina, Mauro, Laura, Pietro e Salvo