Capitolo I: L’Allegra Discesa
Giunti a destinazione, dopo il consueto quarto d’ora di ricerca dell’ingresso tra la vegetazione e le rocce, troviamo l’ingresso perfettamente mimetizzato con il paesaggio cicorstante. Pietro ha cominciato ad armare scendendo per primo (rendendosi presto conto che per armare avrebbe faticato più del previsto), seguito da Martina, Francesca, Salvo e Laura.



Il primo pozzo, così come il resto della grotta, si sviluppa lungo una spettacolare frattura, rendendo la discesa estremamente suggestiva. Una volta raggiunto il fondo, ci siamo trovati di fronte alla tanto temuta pietraia, che abbiamo affrontato con cautela in libera e, se si può dire, di culo vista l’elevata pendenza e il terreno instabile. Ogni passo richiedeva attenzione, mentre le pietre smosse rotolavano giù con un suono sordo che risuonava nell’oscurità.



Alla fine della pietraia, ci siamo imbattuti in una triste testimonianza: Prupi, uno sfortunato cagnolino caduto accidentalmente nella grotta diversi anni fa. Questo ritrovamento ha aggiunto un tocco di malinconia all’escursione, ricordandoci quanto possa essere imprevedibile la natura sotterranea. Superato il secondo pozzo, ci siamo presi il tempo per esplorare i piccoli ma suggestivi ambienti della grotta, caratterizzati da diverse tipologie di concrezioni di varie dimensioni e forme.



Nonostante la complessità dell’armo dell’ultimo pozzo, portato avanti con grande impegno da Pietro, solo il temerario Salvo ha deciso di affrontare la discesa finale in una frattura ancora più stretta di quella d’ingresso.
Capitolo II: La Dura Salita
Se in discesa tutti i santi aiutano, in salita ASSOLUTAMENTE NO! Ricordate la pietraia di cui parlavamo pocanzi? Bene, risalirla è stata…ehm…terribile? Un inferno? L’elevata pendenza, resa ancora più ardua dalla pioggia recente, ha reso il terreno molto scivoloso e insidioso. Ogni passo era una lotta contro la gravità, mentre i piedi scivolavano sulle rocce mobili e le mani cercavano appigli tra le asperità della parete. La fatica si faceva sentire, ma la voglia di emergere vittoriosi era più forte di tutto.



Un ringraziamento speciale va a Laura, che con il suo spezzone di corda ha fornito un prezioso aiuto a tutti durante la risalita. Ogni metro conquistato era un piccolo trionfo, e l’incoraggiamento reciproco ha reso l’impresa più leggera, tra risate e battute scambiate tra un nodo e l’altro.
Una volta fuori, con la luce del tramonto a darci il bentornato, ci siamo guardati intorno con soddisfazione. L’aria fresca, il cielo limpido e la sensazione di aver superato una sfida impegnativa rendevano tutto ancora più speciale. Così si è conclusa un’altra incredibile avventura con Le Taddarite, e mentre sistemavamo l’attrezzatura, già pensavamo alla prossima esplorazione.
Partecipanti: Francesca, Martina, Laura, Pietro e Salvo
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